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Lo Psicologo dello sport, tecniche e formazione professionale

Psicologa Valentina Bassi
Pubblicato da Valentina Bassi in Psicologia dello sport · 1 Luglio 2021
Tags: psicologodellosport
Lo Psicologo dello sport, tecniche e formazione professionale
Ripropongo in questo blog il mio primo articolo pubblicato su Bio Correndo per la rubrica dedicata alla psicologia dello sport, buona lettura.

In questo articolo vorrei fare un breve excursus sulle tecniche che si usano principalmente in psicologia dello sport e gli obiettivi che con esse si vogliono raggiungere, prima di questo andiamo però a vedere chi è lo psicologo dello sport. Comprendere questo è molto importante per assicurarsi di rivolgersi ad un professionista adeguatamente formato.

Differenze rispetto ad altre professioni
In  Italia infatti il ruolo, le competenze e la professionalità dello psicologo dello sport non sono ancora del tutto definite.
Restano diversi e vari anche i percorsi formativi che portano ad operare nel campo della psicologia dello sport. Cerchiamo dunque di fare chiarezza sul giusto percorso di studi:
● lo psicologo dello sport è, ovviamente, prima di tutto uno psicologo, quindi ha una laurea magistrale in psicologia, ha in seguito svolto un anno di tirocinio e superato l’esame di stato per iscriversi poi al proprio albo professionale. Una formazione post-laurea per chi intende lavorare come psicologo dello sport non è obbligatoria, ma caldamente consigliata dall’ordine degli psicologi stesso; infatti i corsi di laurea specifici per questo settore sono ancora pochi, una formazione ulteriore sembra quindi indispensabile per poter svolgere al meglio questo lavoro. La formazione post-laurea può essere acquisita tramite un corso di Alta formazione o un Master di durata annuale. Possiamo quindi notare che la formazione di uno psicologo dello sport è molto diversa da quella di altre figure professionali,
● il life coach o il counselor, che non hanno lo stesso percorso di studi e non possono svolgere molte delle attività che sono alla base del lavoro dello psicologo.

Ci sono delle differenze non solo con altre figure professionali, ma anche tra i diversi tipi di psicologi lo psicologo dello sport, a differenza dello psicologo clinico o dello psicoterapeuta, non lavora sul passato e sulla psicopatologia, ma agisce soprattutto per migliorare la prestazione sportiva nel presente. Quindi non cura, ma Allena la mente e lo fa indagando i pensieri, le emozioni e i comportamenti che influiscono negativamente sulla performance del singolo atleta e della squadra e cercando poi di modificarli, se necessario. Un'altra differenza rispetto allo psicologo psicoterapeuta è il setting: lo psicologo dello sport infatti  di solito non lavora nel suo studio, ma segue gli atleti direttamente sul campo durante allenamenti e gare.

         
Ambiti della   psicologia dello sport
       
La psicologia dello sport si è rapidamente divisa in diverse aree di applicazione: la principale distinzione tra queste dipende dagli obiettivi che ci si pone. Gli psicologi dello sport possono infatti svolgere
● attività di ricerca per raccogliere informazioni su determinati settori e sviluppare nuovi tipi di interventi oppure
● lavorare direttamente con gli sportivi o le organizzazioni, oggi mi focalizzerò su questi ultimi.
Il loro obiettivo è comprendere come i fattori psicologici influenzano le prestazioni e come la pratica sportiva, a sua volta, influisce su fattori psicologici e benessere. Sulla base di questi dati si possono, di conseguenza, sviluppare degli interventi che permettano di Ottenere i migliori risultati possibili e favorire il Benessere.

Obiettivi e tecniche
Lo psicologo dello sport deve aiutare le persone ad ottenere coinvolgimento, massima prestazione, soddisfazione e sviluppo personale, creando percorsi che rispettino le differenze individuali attraverso la partecipazione ad attività motorie e sportive.
Può farlo aiutando gli atleti a rinforzare le risorse che già possiedono e insegnare loro alcune tecniche psicologiche per incrementare la performance sportiva usando metodi  concreti.
Ad esempio per gestire lo stress si possono usare tecniche di rilassamento psicofisico, come il Training Autogeno (tema che tratterò nel dettaglio in uno dei nostri prossimi articoli) inoltre possono essere utilizzate Tecniche di respirazione e Visualizzazioni. Queste ultime sono delle immagini che vengono evocate nella mente mentre si è in uno stato di rilassamento e possono avere diversi fini, come portare al recupero di energie o alla distensione, aiutare a memorizzare percorsi, strategie di gara e gesti tecnici o aumentare la motivazione e l’autoefficacia. Lo psicologo può lavorare sull’auto-dialogo positivo e sullo sviluppo di abilità per conoscere e Gestire le Emozioni e lo stress prima, durante e dopo la gara, a seconda che questa abbia esito positivo o negativo. Può essere utile a questo fine anche la creazione e gestione della routine pre e post gara che servono rispettivamente per preparare l’atleta mentalmente alla competizione, aiutarlo a tornare alla serenità dopo di questa e recuperare le energie utilizzate. Come già accennato sembra inoltre fondamentale favorire l’autoefficacia dell’atleta, cioè la fiducia nelle proprie capacità, e il pensiero positivo; le ricerche svolte su studenti mostrano infatti che la qualità del risultato è soprattutto una conseguenza della motivazione ad agire la quale, a sua volta, dipende dalle convinzioni di efficacia.
Dal punto di vista fisico si possono usare Biofeedback e Neurofeedback, queste sono tecniche che consentono di conoscere e regolare le proprie risposte fisiologiche. L’intervento dello psicologo è importante per ridurre il rischio di sovrallenamento, che, se mal gestito,  può portare ad uno stop dallo sport di diversi mesi; un altro aspetto importante è quello legato agli  infortuni, l’intervento psicologico può ridurne i rischi o favorire il ritorno in campo dopo che questi ultimi si sono verificati, la preparazione mentale è infatti importante quanto quella fisica per evitare il rischio di ricadute. Questo è un tema che spesso sta molto a cuore agli atleti e verrà quindi trattato più nel dettaglio in uno dei nostri prossimi articoli.

Nello sport non contano solo i risultati, è anche fondamentale garantire agli atleti esperienze costruttive, gratificanti e significative per la persona, per questo è importante porre attenzione anche alle relazioni interpersonali; lavorare sul rapporto con compagni di squadra e allenatori, individuare gli obiettivi del singolo e della squadra, a breve, medio e lungo termine (goal setting) per assicurarsi che i diversi atleti e gli allenatori abbiano obiettivi compatibili. A questo fine è fondamentale anche migliorare il dialogo tra compagni di squadra e con l’allenatore, insegnando tecniche per una comunicazione efficace perchè non ci siano fraintendimenti e segreti. Fondamentale è anche favorire la motivazione, e capire cosa motiva la persona e cosa è necessario per ottenere la miglior prestazione possibile. A questo fine si possono andare ad indagare diversi fattori fisici (ad esempio tutte le sequenze di un certo movimento per capire quale parte sia la più importante per una buona riuscita) o emotivi, per capire quali sono le emozioni che è necessario suscitare per portare ad un buon rendimento e quali invece sono controproducenti, questo può essere fatto con l’utilizzo di questionari ed esercitazioni sul campo.

Questi sono solo alcuni esempi di cosa può fare lo psicologo dello sport, l’intervento che progetterà dipende in realtà dalla richiesta e dalle esigenze del committente. Infatti lo psicologo dello sport non lavora solo con atleti professionisti, ma con tutti gli appartenenti al mondo dello sport, atleti amatoriali, allenatori, dirigenti, tecnici, arbitri e genitori dei giovani atleti e può farlo, sia a livello individuale che  di squadra. Può lavorare con adulti, bambini e anziani, ponendo per ciascuno di questi casi attenzione a migliorare la qualità di vita nelle diverse fasi dello sviluppo e di cambiamento, come ad esempio gli atleti agonisti a fine carriera, che si trovano nella fase di disinvestimento e ritiro dall’attività sportiva e possono aver bisogno di un sostegno per capire come affrontare questa nuova parte della loro vita.

Lo psicologo dello sport ha quindi numerose tecniche che può utilizzare e innumerevoli ambiti in cui queste possono essere applicate. Nello sport, soprattutto in quello agonistico, la preparazione fisica e tecnica hanno raggiunto livelli altissimi, per questo la preparazione mentale diventa ancora più importante, perché può rappresentare l’elemento in più per Differenziarsi, Crescere, ed Eccellere nelle competizioni.

Nel prossimo articolo di questa rubrica troverete un breve excursus sulle tecniche di mental training.

Valentina Bassi – Verona (VR) – bassi.psicologa@gmail.com
Psicologa
Psicologa dello sport
Specializzanda in psicoterapia
Operatrice di training autogeno

Fonti:
  • Lucidi, F.,  Giardina, F. & Bortoli, L. (2016) Psicologia dello sport e ruolo dello psicologo dello sport: documento unitario presentato alla 7ª Commissione del Senato della Repubblica. Giornale italiano di psicologia dello sport, 25, 41-46.
  • Bortoli, L., Vitali, F. & Robazza C. (2013) Lo psicologo dello sport: considerazioni sulla professionalità. Giornale italiano di psicologia dello sport, 18, 3-7.
  • Ouweneel , E., Schaufeli, B. W. &  Le Blanc, P. M. (2013) Believe, and You Will Achieve: Changes over Time in Self‐Efficacy, Engagement, and Performance.  Health and well-being, 5, 225-247.
  • Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, Area di pratica professionale: psicologia dello sport.



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